Diabete
Il diabete comprende un gruppo di disturbi metabolici accomunati dal fatto di presentare una persistente instabilità del livello glicemico del sangue, dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che permette che il glucosio entri nelle cellule e venga utilizzato come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.
Dal punto di vista nutrizionale bisogna considerare l'indice glicemico degli alimenti che rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia (e cioè la concentrazione di glucosio nel sangue) in seguito all'assunzione di quell'alimento.
L'indice è espresso in termini percentuali rispetto alla velocità con cui la glicemia aumenta in seguito all'assunzione di un alimento di riferimento (che ha indice glicemico 100).
Il nutrizionista cercherà di elaborare una dieta con un apporto di carboidrati non oltre il 55% delle calorie giornaliere ed inoltre ripartirà la quantità totale degli alimenti in tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) intercalati da tre merende; questo permetterà di fornire un apporto costante di glucidi (soprattutto nei casi di diabete insulinodipendente) e di evitare sia le punte di glicemia dopo il pasto che le ipoglicemie tra un pasto e l'altro. Andranno evitati gli zuccheri semplici a favore di quelli complessi ed inoltre l’apporto di fibra non dovrà essere inferiore a 20 g/die.
Dal punto di vista nutrizionale bisogna considerare l'indice glicemico degli alimenti che rappresenta la velocità con cui aumenta la glicemia (e cioè la concentrazione di glucosio nel sangue) in seguito all'assunzione di quell'alimento.
L'indice è espresso in termini percentuali rispetto alla velocità con cui la glicemia aumenta in seguito all'assunzione di un alimento di riferimento (che ha indice glicemico 100).
Il nutrizionista cercherà di elaborare una dieta con un apporto di carboidrati non oltre il 55% delle calorie giornaliere ed inoltre ripartirà la quantità totale degli alimenti in tre pasti principali (colazione, pranzo e cena) intercalati da tre merende; questo permetterà di fornire un apporto costante di glucidi (soprattutto nei casi di diabete insulinodipendente) e di evitare sia le punte di glicemia dopo il pasto che le ipoglicemie tra un pasto e l'altro. Andranno evitati gli zuccheri semplici a favore di quelli complessi ed inoltre l’apporto di fibra non dovrà essere inferiore a 20 g/die.