I benefici degli omega 3
Innanzitutto, dobbiamo dire esistono che due famiglie di acidi grassi polinsaturi: omega 3 e omega 6. L’acido linolenico è il principale omega 3, mentre l’acido linoleico è il più comune omega 6.
A partire da entrambi gli acidi grassi essenziali avviene la formazione di acidi grassi polinsaturi a lunga catena. Infatti, l’acido linolenico è convertito nell’acido eicosapentanoico e più tardi nell’acido docosaesaenico. Dall’acido linoleico deriva l’acido gamma-linolenico che è poi scisso nell’acido arachidonico. L’EPA e il DHA riducono l’infiammazione stimolata dalle prostaglandine, dai leucotrieni B5, prostacicline e inibiscono la formazione degli acidi grassi essenziali omega 6 derivati dagli ecosanoidi pro-infiammatori.
È perciò rilevante ipotizzare che la dieta ricca in acidi grassi essenziali omega 3 possa avere effetti positivi in una condizione infiammatoria. Pesci come salmone, tonno, aringhe, sono la miglior fonte di EPA e DHA, mentre fonti di acido arachidonico sono cibi come i cereali, la carne e il tuorlo d’uovo. La prima evidenza sull’importante ruolo della dieta ricca in omega 3 deriva dalle osservazioni epidemiologiche della bassa incidenza di disordini autoimmuni e infiammatori, come la psoriasi in una popolazione di eschimesi della Groenlandia comparata con gruppi di ugual genere ed età della Danimarca.
Pertanto, un adeguato introito di omega 3 e un rapporto omega 3/omega 6 bilanciato risulta una condizione estremamente favorevole in tutte le patologie dove si deve ridurre lo stato infiammatorio. Inoltre, studi condotti lasciano supporre che questi acidi grassi possano giocare un ruolo preponderante nella prevenzione di alcune forme di cancro e nel potenziamento dei trattamenti specifici. È stato anche stabilito che è la quantità di omega-3 rispetto a quella di omega-6 che modulerebbe l'effetto preventivo. Più il rapporto è spostato a favore degli omega-3, meno probabile è la comparsa di forme tumorali (cioè l’incidenza è minore). Per cui inseriamo nella nostra dieta più omega 3!!!!
D.ssa Viviana Somma
Specialista in scienza dell'alimentazione
A partire da entrambi gli acidi grassi essenziali avviene la formazione di acidi grassi polinsaturi a lunga catena. Infatti, l’acido linolenico è convertito nell’acido eicosapentanoico e più tardi nell’acido docosaesaenico. Dall’acido linoleico deriva l’acido gamma-linolenico che è poi scisso nell’acido arachidonico. L’EPA e il DHA riducono l’infiammazione stimolata dalle prostaglandine, dai leucotrieni B5, prostacicline e inibiscono la formazione degli acidi grassi essenziali omega 6 derivati dagli ecosanoidi pro-infiammatori.
È perciò rilevante ipotizzare che la dieta ricca in acidi grassi essenziali omega 3 possa avere effetti positivi in una condizione infiammatoria. Pesci come salmone, tonno, aringhe, sono la miglior fonte di EPA e DHA, mentre fonti di acido arachidonico sono cibi come i cereali, la carne e il tuorlo d’uovo. La prima evidenza sull’importante ruolo della dieta ricca in omega 3 deriva dalle osservazioni epidemiologiche della bassa incidenza di disordini autoimmuni e infiammatori, come la psoriasi in una popolazione di eschimesi della Groenlandia comparata con gruppi di ugual genere ed età della Danimarca.
Pertanto, un adeguato introito di omega 3 e un rapporto omega 3/omega 6 bilanciato risulta una condizione estremamente favorevole in tutte le patologie dove si deve ridurre lo stato infiammatorio. Inoltre, studi condotti lasciano supporre che questi acidi grassi possano giocare un ruolo preponderante nella prevenzione di alcune forme di cancro e nel potenziamento dei trattamenti specifici. È stato anche stabilito che è la quantità di omega-3 rispetto a quella di omega-6 che modulerebbe l'effetto preventivo. Più il rapporto è spostato a favore degli omega-3, meno probabile è la comparsa di forme tumorali (cioè l’incidenza è minore). Per cui inseriamo nella nostra dieta più omega 3!!!!
D.ssa Viviana Somma
Specialista in scienza dell'alimentazione